martedì 17 agosto 2010

E' che non posso.

No, non ci riesco. Proprio non mi va giù di stare qui a morire di normalità, senza riuscire a vedere una nuvola come se fosse realmente una nuvola. Mi spiego?
Tutti coloro che vivono, vivono veramente, riescono a guardare il cielo e a dire che è un bel cielo, con frattaglie di nuvole qua e là, qualche raggio di sole che infastidisce l'iride dei loro occhi. Io, ad esempio, non riesco. Sono troppo normale per vedere una nuvola senza darle una reale vita, una forma, una storia; il cielo è sopra di me, mi costringe a soffocare se non alzo la testa per guardarlo solo un po', mi uccide ogni giorno distrarmi per guardare un ammasso di aria compressa, tanto sono abituata a farlo.
Loro che non lo sono, si dimenticano anche di essere sotto qualcosa, sono così speciali da vivere senza dipendere dal cielo.
Io davvero non riesco. E' che non posso soffermarmi a vivere una vita speciale, senza rendermi conto di cos'è stare sdraiati su un prato, con i fili d'erba tra le dita e il cielo che sovrasta ogni aspetto, sia negativo che positivo, della mia esistenza. Vorrei ci fosse un'eccezione, vorrei che la terra riscuotesse tanto amore in me quanto quel dipinto azzurro vivo che mi attira a sè.

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